20 luglio, Nave! Nooo, non avete capito! Si va a Nave non in nave. Nave: bello e ridente comune nella valle del Garza, il cui nome, nella toponomastica alpina, viene interpretato come “conca prativa” o “pianura circondata dai monti”. In queste zone, ritrovamenti archeologici , datano i primi insediamenti a circa 6000 anni fa. Non male!
Dopo queste pillole di storia e geografia, ritorniamo al presente. Il tragitto è piuttosto breve, e ben presto ci addentriamo nella “conca prativa” constatando di persona che la definizione non è solo una citazione enciclopedica. Il verde del monte Maddalena ci abbraccia, villette moderne si alternano a case più rustiche, che fanno tornare alla mente le cascine di una volta, con il cortile di sassi e terra, il fienile in alto ( che faceva da isolante per il freddo) e in fondo la legnaia.
Arriviamo a destinazione. restiamo a bocca aperta, siamo all’interno del complesso di San Cesario. Una chiesa risalente al dodicesimo secolo, con la sua struttura in sassi, ci scruta e sembra chiedersi “ordunque chi son questi giullari che con strani carri giungon in questo loco, a rumoreggiar e disturbar la quiete? Un pò di timore reverenziale ci accompagna durante le operazioni di allestimento. Arrivano le volontarie di Caino che preparano un buffet sontuoso. Siamo all’interno della corte, le travi a vista, i muri di sassi, la pavimentazione in legno, le candeline accese, ci “trasportano” indietro nel tempo all’interno della stanza di un castello. Ci sentiamo un pò dei cavalieri medievali invitati alla tavola di re Artù.
Noi “carrozzoni” e i ragazzi della cooperativa Futura facciamo onore alla mensa. Torniamo al presente, per i ragazzi si avvicina il momento del debutto, la tensione si taglia con il coltello. Ogni tanto una sbirciata da dietro le quinte, per vedere se arrivano i parenti e gli amici. I posti a sedere sono tutti occupati, tanta gente è in piedi, portiamo qualche panca ma non bastano.
Oramai ci siamo, ringraziamo il sindaco per averci invitati ed ospitati in questa location meravigliosa. Ora: un pò di allegria, tanta musica e un pò di emozione, mescoliamo il tutto e lasciamo spazio alle Parole, anzi al Sarto delle parole! Anche oggi abbiamo fatto breccia nei cuori del pubblico. Anche questo è il Carrozzone