21 luglio, si parte in direzione di Pavone Mella. Il sole, da lassù, ci rassicura che anche oggi garantirà i suoi caldissimi raggi. Oramai ci siamo abituati, e non ci facciamo intimidire dai 38 gradi segnati dal termometro. L’abitacolo del camion è un forno, durante tutto il viaggio cerchiamo un pò di sollievo nel fresco del climatizzatore. L’autostrada è semi deserta. La monotonia del viaggio viene interrotta ogni tanto dai cantieri presenti. Cantieri fissi, per sistemare Guard Rail, e mobili per il taglio delle sterpaglie, dove il trattore con questo strano braccio meccanico tritatutto, mi fa tuffare con la fantasia nel mondo Disney, immaginando i trattori del cartone animato di “Cars”. Suono il clacson pensando che, come nel film, apra gli occhioni, si impenni e cominci a correre. Guardo nello specchietto ma non succede nulla. Mi riprendo e penso a che brutti scherzi può fare il caldo.
Usciamo dall’autostrada, le strade son deserte, nei campi non si vede nemmeno un contadino. Ad un certo punto alla vecchia cascina, ne scorgo uno che se ne sta saggiamente seduto sotto il portico, al fresco, con il fazzoletto annodato intorno al collo, il cappello di paglia in testa , un bicchiere di vino fresco in mano. Scruta la strada e vedendo in lontananza passare il nostro camion avrà sicuramente pensato: ” iè mià a post lűr’lè, col súl che cióca a stà fosa, n’dà ngiro a st’ûra… (traduco: non sono a posto quelli li, con il sole che scalda in questo modo, andare in giro a quest’ora). M’immagino che abbia ragione.
La destinazione si avvicina, ai bordi della strada, cannoni per irrigare i campi di granoturco sparano i loro potenti getti d’acqua a decine di metri di distanza e cercano di bagnare una terra che sembra chiedere acqua ad un cielo senza nuvole. Ma finalmente siamo sul posto. In piazza, davanti alla chiesa le sedie sono già posizionate, ci viene incontro il sindaco. Il suo sorriso e il suo benvenuto, ci fanno dimenticare, per qualche minuto, il grande caldo.
Allestiamo il palco. Si cerca refrigerio con spruzzi d’acqua, mentre al bar della piazza due anziani ci guardano e sorridono. È quasi ora di cena, gli alpini ci accolgono nella loro sede con una pasto eccezionale.
Arrivano anche gli attori della cooperativa “il gabbiano”, stasera tocca a loro. A fine cena, siamo talmente sazi che ci alziamo da tavola caracollando come la famosa ” ocona sgangherona”.
Ci aspetta lo spettacolo. Ultimi preparativi, palloncini gonfiati, coriandoli pronti nei secchi…ed ecco le prime note della tromba eccheggiare nella piazza, arriva ancora gente. Le sedie sono tutte occupate, tanta gente è in piedi. Il sindaco, in prima fila, con il cellulare posta “storie” su istagram, il pubblico balla, si mette le dita nel naso e la lingua tra i denti e…. ciuucciù uha! Ciuucciù uhà!
Anche questo è il Carrozzone!
Ringraziamo l’amministrazione comunale per averci invitati, i favolosi alpini per il ristoro che ci hanno offerto. Un pò di magia raccontata dagli scatti di AdrianoTreccani.